venerdì 16 aprile 2010

L'Europa deve smettere di tassare l'innovazione

L'ultimo scritto di Bruno van Pottelsberghe, edito da Bruegel ed., s'intitola in modo alquanto provocante: L'Europa deve smettere di tassare l'innovazione (Europe should stop taxing innovation).
Secondo l'autore si potrà uscire dalla crisi economica solo unificando il sistema brevettuale europeo. In particolare si dovrebbe:
  • usare l'inglese come lingua franca
  • chiudere gli uffici brevetti nazionali
  • modificare la struttura organizzativa dell'Ufficio Europeo Brevetti
  • abbassare le tasse alle piccole e medie imprese
  • creare un nuovo brevetto europeo
La pubblicazione non solo critica il sistema attuale, ma considera i cambiamenti proposti dalla Commissione (il brevetto comunitario e un'unica corte europea) insufficienti: il sistema brevetti resterà comunque troppo complesso e costoso per le imprese europee, soprattutto quelle piccole.
Il suo studio mostra come un'unificazione radicale del sistema brevetti in Europa farebbe risparmiare alle aziende circa 400 milioni all'anno.

La rivista Intellectual Asset Management (IAM) considera il progetto irrealizzabile perchè esistono troppe forze contrarie che si oppongono a dei cambiamenti così rivoluzionari.
Come convincere gli uffici brevetti nazionali, ad esempio, ad auto-eliminarsi? (Il consiglio direttivo dell'Ufficio Europeo Brevetti è formato dai direttori degli uffici brevetti nazionali, cioè questi controllano l'Ente europeo).
L'enorme risparmio delle aziende deriva dall'enorme perdite degli studi legali e dei centri di traduzione che oggi lavorano con le decine di brevetti nazionali. Il sistema proposto da van Pottelsberghe farebbe perdere 270 milioni di guadagni per mancati brevetti nazionali e 121 milioni per le mancate cause civili (oggi per opporsi ad un brevetto europeo, bisogna fare causa in ogni paese europeo, con giudici, traduttori, procedure e avvocati diversi).
Questi due gruppi sono proprio coloro che consigliano la Commissione come cambiare il Brevetto europeo. Potranno mai proporre qualcosa che li danneggia?
Infine vi è il problema di identità nazionale o meglio di lingue. Molti paesi (tra cui l'Italia) ideologicamente non vogliono accettare l'inglese come lingua ufficiale.

Il mio commento personale a questo articolo è il seguente: pur non essendo uno storico, non ricordo cambiamenti sociali rilevanti fatti da sovrani o governanti. Non mi sembra che la rivoluzione francese sia stata fatta da Luigi XVI e Mariantonietta, I sovrani che concessero la costituzione, lo fecero spinti dal popolo e dalla paura del peggio.
E' chiaro che l'ordine dei consulenti in proprietà industriale e gli uffici brevetti nazionali non vogliono cambiare nulla. L'unico a far pressione per avere un brevetto comune più semplice e meno costoso per le piccole aziende è la NORMAPME. Questa invia ogni volta un esperto che più o meno dice la stessa cosa di van Pottelsberghe. Ma quello che dice un esperto non ha alcun effetto se dietro non è una massa. Siccome molte piccole imprese oggi non brevettano perché non ne conoscono i vantaggi, l'intero sistema attuale è protetto da una società acritica che del brevetto non s'importa nulla.

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