martedì 13 luglio 2010

Brevetti e biotecnologie: i broccoli


I broccoli sono documentabili almeno dal 1533, cioè da quando Caterina de Medici, futura sposa di Enrico I di Francia, introdusse quest'ortaggio oltralpe. I broccoli infatti arrivarono per la prima volta in Francia in quell'occasione e con essi importanti cuochi italiani, che aiutarono la Francia a sviluppare la loro cucina, oggi famosa in tutto il mondo.

Il brevetto dei broccoli quindi non sarebbe brevettabile perché non nuovo da 477 anni. Tuttavia, nel 2002, la Plant Bioscience presentò e ottenne un brevetto (brevetto numero EP1069819) nel quale rivendicava un metodo per aumentare nei broccoli la produzione di una particolare sostanza anticangerogena.
Quest'elemento anticanceroso esiste già nei broccoli, pertanto l'invenzione non consisteva nel modificare il patrimonio genetico della pianta. Il brevetto in sostanza descrive un modo (detto marked-assisted selection) di selezionare le piante al fine di creare una nuova varietà con caratteristiche particolari. Si tratta dunque di un processo naturale, collaudato già con molte altre piante. Il vantaggio del brevetto è che si può ottenere una varietà "migliore" in tempi molto più brevi che con metodi tradizionali.


Limagrain e Syngenta presentarono ricorso contro il brevetto per il seguente motivo: il gene anticanceroso esiste già nei broccoli, i broccoli sono noti dal 1533, non si tratta di una pianta geneticamente modificata, pertanto il brevetto non è brevettabile. Inoltre, la coltura particolare descritta nel brevetto non è brevettabile secondo la direttiva 98/44/EC e l'articolo 53(b) EPC (European Patent Convention).

Nel giugno 2010 l'alta corte dell'Ufficio Europeo Brevetti, ha respinto il ricorso. anche se il gene esiste già in natura, la particolare selezione, che non segue metodi naturali, è nuova e inventiva, pertanto il brevetto sui broccoli resta valido.

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